Che l'uomo deve imparare a convivere con la natura, a rispettarla e ad assecondarla.
Deve soprattutto imparare a conoscerla, studiandola a fondo e non deve stravolgere il territorio ed il paesaggio, ma adattare se stesso e le proprie attività.
Deve imparare a prevenire le catastrofi ed a costruire opere con criterio e giudizio: qualità ben radicate nella mentalità giapponese e che hanno impedito che uno dei più forti terremoti di sempre abbia avuto un numero di vittime basso (lo scorso anno ad Haiti un sisma di grado 7 ha mietuto oltre 200.000 vite umane).
Poi condivido anche io l'idea che le centrali nucleari siano pericolose e mi spingo oltre: vanno eliminate a livello planetario in quanto vere e proprie bombe atomiche pronte a scoppiare sia per la furia della natura (non solo terremoti, ma anche uragani, alluvioni, ecc.) che per errori umani o tecnici.
Sarà solo un caso che in USA non se ne costruiscono più da oltre 30 anni?
@ Sette
L'Italia (Calabria e Sicilia in particolare) è tra le zone sismiche più pericolose al mondo, almeno in base alla teoria della tettonica, poiche sita proprio ai confini tra la placca africana e quella euroasiatica, praticamente ai livelli di rischio della California.. io il ponte sullo stretto non lo farei...
@ Skipper
Sono medico specialista in oncoematologa pediatrica ed ho lavorato e studiato per 6 mesi a Chernobyl nel 1996 (quindi 10 anni dopo il disastro alla centrale, causato da un errore umano e dall'obsolescenza tecnologica) sugli effetti delle radiazioni sia sui bambini direttamente esposti che sui nati successivamente, interessandomi soprattutto dell'incidenza delle leucemie acute .
Un po' ne capisco....
L'idea della bomba atomica era riferito agli effetti delle radiazioni sull'uomo e su tutti i viventi.
Che poi tali radiazioni derivino da un fall-out causato dall'esplosione di una testata missilistica o dalla fuga radioattiva causata dalla fusione del nocciolo di una centrale o dalle scarse norme di sicurezza sullo smaltimento delle scorie, a noi medici poco importa.
Così come è diffcile paragonare l'interesse dell'opinione pubblica e dei media sull'applicazione di un protocollo terapeutico (che interessa solo i pazienti oncologici) con un rischio ambientale e sanitario che riguarda l'intero pianeta e che può essere pregiudizevole per la vita di tutti gli organismi presenti.
Come sempre, è la legge dei grandi numeri....